Da quanto lo tenevi spento, un anno?!
L’ho spento stamattina prima di entrare in classe, ma a quanto pare nel frattempo la chat del mio gruppo di pattinaggio si è scatenata!
Allora, Aldo sostiene che Giada l’abbia offeso, ma Giada dice che non è vero, che lo stava solo prendendo in giro perché ci ha messo un secolo a imparare una coreografia.
Fammi leggere… mmh… non mi sembra abbia detto niente di grave, che esagerazione!
Ehi, chi è che ha litigato? Voglio saperlo anche io!
Aldo ha ragione, Giada non dovrebbe usare la parola “dislessico” come offesa!
Ma sono sicura che Giada scherzasse!
Questo non cambia le cose: io sono una persona con dislessia, e vi assicuro che questo tipo di linguaggio è offensivo e discriminatorio!
Tranquilla, non hai mai fatto figuracce come Giada, però da oggi in poi inizia a far caso a come scherzi, perché rischi di alimentare la piramide dell’odio.
La piramide dell’odio? Che c’entra?
Si può sapere di cosa parlate?
La piramide dell’odio si usa per spiegare quanto sia presente l’odio nella nostra società, e come alla base di atti di violenza gravi ci siano anche delle azioni apparentemente innocue.
Sì, lo so, ne ho sentito parlare in un dibattito in tv sul razzismo, ma non pensavo si applicasse anche in questo caso.
Immagina una piramide divisa in tre parti: la base, il centro e l’apice. Ciascuna di queste parti rappresenta un livello diverso di odio.
Alla base c’è il giudizio che si basa sugli stereotipi, al centro ci sono le discriminazioni e il linguaggio d’odio, e in cima la violenza e i crimini d’odio.
Ok, quindi, se ho capito bene, il comportamento di Giada alimenta questa piramide perché descrive come negativo e indesiderabile un modo di essere, come quello delle persone con dislessia…
… e inoltre si basa sullo stereotipo per cui le persone con dislessia sono pigre e poco intelligenti, giusto?
Giusto! A volte lo dimentichiamo, ma le parole sono importanti, e se usiamo quelle sbagliate rischiamo di rafforzare un modo di pensare violento che può alimentare un sentimento di odio.