Parliamone

Okay, hai letto le 10 STORIE PER TE? Ci sono Margherita, Eva e Tommaso che parlano parlano… Ma conoscono bene il significato corretto di tutte quelle parole che usano? E tu, vuoi saperne di più? Qui, dalla A alla Z, trovi tutte le spiegazioni! E se hai altre domande, non esitare a chiederle in HELP!

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Tutte le parole

contraccezione ormonale

ha l’obiettivo di influenzare i livelli di ormoni, così da evitare che venga prodotto l’ovulo e quindi non ci possa essere una fecondazione.
Questi farmaci possono avere degli effetti collaterali, quindi prima di scegliere un contraccettivo ormonale come la pillola, l'anello, il cerotto o la spirale, è necessario consultarsi con il/la proprio/a ginecologo/a. I contraccettivi ormonali vengono prescritti a volte anche per altre motivazioni, ad esempio a chi soffre di endometriosi o squilibri ormonali.
OCCHIO: questo tipo di contraccezione è molto sicuro nella prevenzione della gravidanza, ma non protegge dalle infezioni sessualmente trasmissibili.

costruzione della mascolinità

Abbiamo visto che gli stereotipi sul genere si rafforzano anche sulla base delle interazioni che abbiamo con le altre persone.
La sociologia riconosce in particolare che all'interno di gruppi composti solo da maschi, le relazioni interne rafforzano sia l'idea della superiorità degli uomini rispetto alle donne, sia l'idea che esista una mascolinità "standard" che domina su tutte le altre, considerate meno valide.

Quali sono le caratteristiche di questa mascolinità dominante?

Distacco emotivo: se esprimere le proprie emozioni viene considerato una debolezza, allora bisogna sempre mostrarsi forti per essere accettati nel gruppo

Competitività: il proprio valore si costruisce attraverso la competizione con gli altri

Oggettificazione sessuale delle donne: fin da piccoli i ragazzi si ritrovano in gruppo per fare “cose da maschi” che possono essere definite come “non fare le femmine”, ritenute inferiori. Con il passare del tempo, questa idea di superiorità nei confronti delle donne porta a considerarle un oggetto, soprattutto in ambito sessuale. Questo rafforza l'idea che l'uomo possa fare quello che vuole e comportarsi senza doversi prendere le proprie responsabilità

Si tratta di una vera e propria estremizzazione degli stereotipi maschili, talmente nociva per entrambi i sessi da venire definita mascolinità tossica.

Ciò non significa che tutti gli uomini si comportano in questo modo, ma è evidente che esiste un problema culturale legato all'ideale sociale di maschio, di “vero uomo", che viene interiorizzato dai ragazzi e considerato erroneamente “naturale” dalla nostra società - uomini e donne comprese.

costruzione della mascolinità

Abbiamo visto che gli stereotipi sul genere si rafforzano anche sulla base delle interazioni che abbiamo con le altre persone.
La sociologia riconosce in particolare che all'interno di gruppi composti solo da maschi, le relazioni interne rafforzano sia l'idea della superiorità degli uomini rispetto alle donne, sia l'idea che esista una mascolinità "standard" che domina su tutte le altre, considerate meno valide.

Quali sono le caratteristiche di questa mascolinità dominante?

Distacco emotivo: se esprimere le proprie emozioni viene considerato una debolezza, allora bisogna sempre mostrarsi forti per essere accettati nel gruppo

Competitività: il proprio valore si costruisce attraverso la competizione con gli altri

Oggettificazione sessuale delle donne: fin da piccoli i ragazzi si ritrovano in gruppo per fare “cose da maschi” che possono essere definite come “non fare le femmine”, ritenute inferiori. Con il passare del tempo, questa idea di superiorità nei confronti delle donne porta a considerarle un oggetto, soprattutto in ambito sessuale. Questo rafforza l'idea che l'uomo possa fare quello che vuole e comportarsi senza doversi prendere le proprie responsabilità

Si tratta di una vera e propria estremizzazione degli stereotipi maschili, talmente nociva per entrambi i sessi da venire definita mascolinità tossica.

Ciò non significa che tutti gli uomini si comportano in questo modo, ma è evidente che esiste un problema culturale legato all'ideale sociale di maschio, di “vero uomo", che viene interiorizzato dai ragazzi e considerato erroneamente “naturale” dalla nostra società - uomini e donne comprese.

cyberbullismo

Qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, attuata con lo scopo intenzionale di isolare un minore o un gruppo di minori attraverso un attacco dannoso o la loro messa in ridicolo.

Il cyberbullismo possiede una serie di caratteristiche specifiche:

la pervasività (il cyberbullo è sempre presente sulle varie tecnologie usate)

l’anonimato (nel 34% dei casi)

la volontarietà dell’aggressione

l’ampiezza di portata (i messaggi e i materiali inviati sono trasmessi, ritrasmessi e amplificati oltre la cerchia dei conoscenti).

Altro fenomeno tipico del cyberbullismo è l’attivazione di meccanismi di deresponsabilizzazione e disimpegno morale, come per esempio la minimizzazione (gli atti che si sono compiuti etichettandoli come “solo uno scherzo”, “Non è colpa mia. Lo facevano tutti” oppure “Io non ho fatto niente, ho solo postato un messaggio che mi era arrivato”).

discriminazione

Diversità di comportamento o di riconoscimento di diritti nei riguardi di determinati gruppi di persone.

disfunzione erettile

La disfunzione erettile è l'incapacità di avere o mantenere il pene in erezione.

Per quanto sia una problematica comune sia tra giovani che adulti, l'impotenza sessuale espone spesso l’uomo a una sofferenza e una pressione emotiva che deriva dall’ambiente socio-culturale nel quale è cresciuto e che gli ha insegnato a nascondere le debolezze per dimostrare la propria virilità.

Quando queste difficoltà si riscontrano solo occasionalmente, la causa è da ricercare a livello psicologico. Stress e ansia da prestazione sono infatti le cause più comuni di disfunzione erettile e colpiscono soprattutto i giovani, scombussolati da una scarsa fiducia in se stessi, cambi repentini di partner e pressione sociale a svolgere una buona performance sessuale.

Se il problema persiste nel tempo o viene sentito in maniera molto negativa, un consulto medico o psicologico possono essere di grande aiuto!

dismenorrea

Termine tecnico per definire una mestruazione dolorosa.
Questo dolore può essere un problema molto debilitante per chi ne soffre, al punto di interferire con le attività quotidiane. Potrebbe essere indice di patologie come l’endometriosi o essere dovuto anche solo a dei cambiamenti nello stile di vita, come un periodo di stress o poca attività fisica.

A essere particolarmente a rischio di dismenorrea sono le ragazze sotto i 20 anni, quelle che hanno avuto il primo ciclo prima degli 11 anni, le donne con mestruazioni abbondanti o che hanno un flusso irregolare, quelle che non hanno mai avuto figli o le cui madri soffrono o hanno sofferto di dismenorrea e le fumatrici.

Se hai una mestruazione che va oltre il classico fastidio o il dolore lieve, parlane con la/il tua/o ginecologa/o!

dolore mestruale

La mestruazione è un processo che non dovrebbe provocare dolore o cambiamenti nelle funzioni del corpo. Così come urinare non deve causare dolore (e quando accade, significa che qualcosa non va), anche per la mestruazione avviene la stessa cosa.

Purtroppo, anche qui entrano in gioco stereotipi e pregiudizi. Generalmente infatti, si dà per scontato che per le donne sia normale e naturale soffrire, durante il parto, durante il ciclo mestruale e quando si ammalano.

L’idea che il corpo delle donne sia naturalmente portato al dolore ha radici antiche: avete presente cosa dice Dio a Eva, dopo che ha mangiato la mela della conoscenza nel giardino dell’Eden? “Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli”. Questo passo ha condannato le donne di ogni tempo a patire il dolore, ma soprattutto a non potersene lamentare, a darlo per scontato o, addirittura, a viverlo come una punizione.

Inoltre, il mistero su come le donne riescano a sopportare i dolori del parto ha sempre affascinato medici e scienziati, ma ha portato alla credenza che le donne sopportino meglio il dolore, anche se non esiste alcuna certezza scientifica!

È a causa di questi pregiudizi che crediamo fin da piccoli che è normale che la mestruazione provochi dolore. Queste false credenze purtroppo possono avere conseguenze negative, come per esempio arrivare “tardi” a diagnosticare situazioni anche piuttosto gravi per la nostra salute, come per esempio l'$endometriosi$. Se ti senti male, non esitare, parlane con un/a medico!

dotto deferente

canale, dotto, che collega i testicoli all'uretra, permettendo di portare gli spermatozoi all'esterno dei testicoli. Dopo il dotto deferente, nell'uretra si immettono anche i canali che trasportano i liquidi prodotti dalla vescicola seminale e dalla prostata.

eiaculazione

Femminile: emissione di liquido incolore e inodore dall’uretra (non si tratta di pipì!).
Può succedere solo ad alcune persone, oppure solo in alcuni periodi della vita, non sempre e non per forza contemporaneamente all’orgasmo. Non esistono ancora sufficienti studi a riguardo per confermare da dove provenga esattamente il liquido eiaculatorio.

Maschile: emissione di liquido seminale dall'uretra, di solito in concomitanza dell’orgasmo. Lo sperma è un fluido che contiene gli spermatozoi, prodotti nei testicoli.

endometrio

mucosa che riveste la superficie interna dell’utero

endometriosi

È una patologia grave che causa la fuoriuscita dell'endometrio (la parete uterina) dall'utero e la sua distribuzione in posti dove non dovrebbe essere presente - per esempio nell’intestino e/o in altri organi - causando stati infiammatori anche gravi.
I suoi sintomi più comuni sono: mestruazioni molto dolorose, flusso mestruale molto abbondante, dolore durante i rapporti sessuali e/o mentre si fa pipì/cacca.

Spesso è difficile da diagnosticare in tempi brevi a causa di pregiudizi di genere ancora molto diffusi in medicine, o perché può venire scambiata per altre patologie.

epididimo

canale di piccolo diamentro e strettamente avvolto, situato sulla parte postero-superiore del testicolo e che lo collega al dotto deferente.

femminilità

l’insieme delle caratteristiche socialmente e culturalmente attribuite ad una donna/persona di genere femminile:sesso debole, sottomesso, irrazionale, docile, indeciso, che deve assecondare, portato per l'altruismo, particolare (nel senso di eccezione rispetto all'universale maschile)

Sono solo delle convenzioni sociali che non hanno niente a che vedere con una "verità assoluta": non c’è un modo in cui una donna DEVE essere, e non ci sono cose che rendono qualcuno più o meno donna!

fimosi

La fimosi è una condizione diffusa per cui il prepuzio, lembo di pelle che copre il glande, non è sufficiente grande per scoprire completamente il glande mentre si urina o durante un'erezione.

Esistono diverse sottocategorie di fimosi in base a quanto il prepuzio riesce a scoprire la punta del pene, alcune più o meno gravi. Se ti sorgono dubbi o perplessità in merito, non esitare a parlarne con degli adulti di riferimento per un controllo medico!

frenulo

Il frenulo del prepuzio del pene è quella sottile fascia di tessuto elastico nella parte inferiore del glande che connette quest'ultimo al prepuzio, permettendo a quest'ultimo di fare da "cappuccio" al glande del pene. La sua funzione infatti è quella di proteggere il glande da agenti patogeni esterni al corpo.

gameti

In biologia, nome delle cellule destinate a unirsi durante la fecondazione per dare origine a un nuovo individuo

genere

In sociologia, che è la scienza che studia la società e come si rapportano le persone, con la parola "genere" si intende quell’insieme di comportamenti che impariamo a mettere in atto sulla base dei ruoli che cultura e società attribuiscono al maschile e al femminile.

La nostra è una società culturalmente "patriarcale", che significa che i ruoli decisionali e di potere sono sempre stati nelle mani degli uomini. Con il passare del tempo, la società patriarcale ha definito in modo molto preciso cosa è maschile e cosa è femminile, rimarcando il fatto che i due ruoli sono opposti e che il primo è superiore rispetto al secondo (Enciclopedia dei ragazzi).

Da questo ne deriva il pensiero comune per cui:

- Maschile è: forte, dominante, razionale, aggressivo, deciso, che non deve chiedere mai, portato per l'individualismo, universale (pensiamo alla parola uomo, usata come universale per essere umano anche se è solo uno dei due sessi)

- Femminile è: debole, sottomesso, irrazionale, docile, indeciso, che deve assecondare, portato per l'altruismo, particolare (nel senso di eccezione rispetto all'universale maschile)

Queste caratteristiche non hanno una base scientifica o “naturale”! Sono degli stereotipi costruiti dalla cultura che finiscono per condizionarci profondamente, ma possono essere superati se si lavora per rendere la nostra cultura più paritaria.

Tradizionalmente si considera il genere in maniera binaria, quindi distinto in due tipi: maschile e femminile. Tuttavia, esistono tante sfumature intermedie o esterne a questi due concetti, così come persone che non si riconoscono in nessun genere. Questo perché ogni persona è unica, e non è il sesso biologico che deve determinare il tuo carattere, le tue aspirazioni!

genere e cultura

La cultura è l’insieme di credenze, valori, modelli di comportamento che caratterizzano il modo di vita di un gruppo sociale, fornendo delle "regole" non scritte per far vivere insieme diverse persone. Con il passare del tempo è normale che questa cambi e si evolva, anche in relazione ai bisogni della comunità che la vive.

In sociologia, che è la scienza che studia la società e come si relazionano tra di loro le persone, con la parola "genere" si intende quell’insieme di caratteristiche e comportamenti che definiscono e distinguono il “maschile” dal “femminile”. Questa distinzione binaria - che determina l’esistenza di due categorie, l’una opposta all’altra - dipende dalla storia e dalla cultura di una società.

Se non correttamente interpretata però, questa distinzione ha come conseguenza la generazione di stereotipi di genere, che sono una rappresentazione molto semplificata della realtà perché portano ad applicare a tutti coloro che appartengono a una stessa “categoria” le medesime caratteristiche - anche se siamo tutti diversi e unici.

Una pericolosa conseguenza degli stereotipi di genere è la discriminazione, poiché questa porta a trattamenti e opportunità diversi sia in base al genere, che in base al rispettare o meno quelle “regole” non scritte - come i comportamenti, desideri, modi di esprimersi (come l’abbigliamento!) - attribuite a uno o l'altro genere.

genere e stereotipi

In sociologia, che è la scienza che studia la società e come si rapportano le persone tra loro, con la parola "genere" si intende quell’insieme di comportamenti che impariamo a mettere in atto sulla base dei ruoli che cultura e società attribuiscono al maschile e al femminile.

La nostra è una società culturalmente "patriarcale", che significa che i ruoli di potere (economico, giuridico, familiare, lavorativo) sono sempre stati nelle mani degli uomini. Nel corso dei secoli, la società patriarcale ha definito in modo molto preciso cosa è maschile e cosa è femminile, rimarcando il fatto che i due ruoli sono opposti e che il primo è superiore rispetto al secondo (maggiori info qui: Enciclopedia dei ragazzi).

Da questo ne deriva il pensiero comune per cui:

- Maschile è: sesso forte, dominante, razionale, aggressivo, deciso, che non deve chiedere mai, portato per l'individualismo, universale (pensiamo alla parola uomo, usata come universale per essere umano anche se è solo uno dei due sessi)

- Femminile è: sesso debole, sottomesso, irrazionale, docile, indeciso, che deve assecondare, portato per l'altruismo, particolare (nel senso di eccezione rispetto all'universale maschile)

Queste caratteristiche non hanno nessuna base scientifica o “naturale”. Sono degli stereotipi costruiti dalla cultura che però finiscono per condizionare profondamente la vita delle persone.
In che modo veniamo condizionati? Dalle persone adulte che tendiamo a imitare quando siamo bambini, quando veniamo premiati o puniti perché abbiamo seguito bene o no i "ruoli" del nostro genere (avete presente quando vi chiamano maschiaccio o femminuccia?) e infine quando impariamo come ci si relaziona con gli altri sulla base delle interazioni con le altre persone (famigliari, amici, ecc.)

Questi stereotipi limitano la nostra libertà e continuano a riprodurre l'idea che donne e uomini hanno valori e "ruoli sociali" diversi - che porta a non avere realmente uguali diritti. Essendo un problema culturale, le leggi non bastano: servono strumenti culturali come l'educazione all'inclusività e alla parità!